martedì 20 marzo 2012

Per Lei: Dipendenza

Ieri, domenica, altre 24 ore senza contatti diretti con la Padrona con la quale ci siamo sentiti solo via sms. Purtroppo, nonostante questo, l'ho fatta anche inquietare. E' accaduto questo: avevo scioccamente ed inopportunamente lasciato aperto Skype. Quando Lei si è connessa ha quindi creduto che fossi online e mi ha cercato. Giustamente non trovandomi si è arrabbiata, come dimostra ciò che mi ha lasciato scritto in chat:"angelo ti ho visto per caso, devi dirmi quando ti colleghi, devi avvertirmi che ci sei e devi farlo bene... Vedo comunque che sei altrove... NON DEVE SUCCEDERE  E NON VOGLIO PIU' DIRLO." La frase urlata è come se fosse veramente rimbombata dentro la mia testa. L'ho sentita distintamente alzare la voce nel rimproverarmi, per chiarire in modo inequivocabile ciò che vuole e pretende da me.
Io devo stare attento, non cadere in questi errori, cercare di essere perfetto come Lei vuole che io sia.
Il premio finale è il Suo completo controllo sulla mia vita. Controllo che oggi è limitato dalla distanza che ci separa ma che io alimento col mio desiderio e col mio bisogno di dipendere dalla mia Padrona. L'altra sera, ad esempio, ho ricevuto un'uscita con dei colleghi. La prima cosa che ho fatto è stata prendere tempo per poter chiedere a Lei se mi concedeva il permesso. Poi è stata una bella serata, ma lo sarebbe stata anche se mi avesse detto di no e fossi dovuto rimanere in casa, da solo. In ambedue i casi la grandissima gioia di dipendere, di sapere che le scelte non sono mie ma appartengono alla Padrona. E' bello fare qualcosa, qualsiasi cosa, solo sapendo che lo faccio perché ho il suo permesso, perché obbedisco ad un suo ordine, ad una suo capriccio ed io dipendo da questi ordini e capricci. Sono finalmente un servo e questa meravigliosa certezza prende sempre più corpo, giorno per giorno, dentro di me.

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