mercoledì 7 marzo 2012

Racconto: Capitolo IV

Ho finito di riordinare il cucinino e il soggiorno dove la Padrona ha cenato. A 4 zampe vado verso la camera da letto e resto sulla porta, in ginocchio, silenzioso, la testa bassa. Lei sta guardando un notiziario. Tutto si cristallizza, non una parola, solo le voci che provengono dalla TV. In quel silenzio irreale avverto tutto il mio essere oggetto, una cosa a totale disposizione di chi ha preso in mano la mia vita e la gestisce in base ai propri  bisogni e al proprio piacere.
Dopo una decina di minuti mi dice che vuole un massaggio rilassante prima di dormire. Io prendo gli olii e le creme e quando torno si è spogliata e stesa a pancia in giù. Quel corpo meraviglioso, sublime, fantastico che per giorni e giorni ho ammirato in una foto speditami via mail, ora è qui e attende di essere onorato e riverito dalle mie umili mani. Me le ungo con dell'olio di mandorle dolci, strofinando a lungo perché non siano fredde al contatto della preziosa pelle della Padrona, quindi inizio a massaggiare con delicatezza e vera adorazione la sua schiena. Inizio dalle spalle, frizionando a lungo con movimenti circolari le scapole, poi mi sposto sulla colonna, insistendo con i pollici a lato di ogni singola vertebra, partendo dalla cervicale e scendendo piano lungo la dorsale e la lombare sino al sacro. Di tanto in tanto verso qualche altra goccia di olio e continuo a lavorare instancabile sentendo sotto le mie mani la Padrona rilassarsi. Lei ha chiuso gli occhi ma mi parla, a voce bassa, dicendomi come dovrò comportarmi, cosa si aspetta da me, tutto ciò che devo fare per essere ciò che Lei vuole io sia. E tra queste cose c'è anche il piacere, che devo imparare a darle sebbene io sia minidotato ed impotente, incapace di soddisfare una Donna sessualmente.
Così non mi stupisco quando, ad un certo punto, si gira. Indossa solo un paio di mutandine, mi guarda un attimo e mi afferra per i capelli e spinge la mia testa verso le sue parti intime. Con devozione assoluta sfilo quel piccolo lembo di stoffa e avvicino la bocca iniziando a respirare i profumi dolcissimi del suo sesso. Bacio con venerazione le grandi labbra, strofino il viso per farle sentire tutta la mia adorazione. Poi inizio a leccare, come un cane fedele, concentrato sull'unica cosa che conta nella mia vita: il suo appagamento.
Resto li a lungo, sino a quando non la sento sussultare e abbandonarsi al piacere e continuo poi ancora, lentamente, delicatamente. Ora è rilassata e il suo respiro si è fatto regolare.
Mi scosto, la copro dolcemente, poso un ultimo bacio di saluto sui suoi piedi ed esco dalla stanza.
Grazie Padrona.

(CONTINUA)

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