Ieri per la prima volta non ho avuto chat con la
Padrona. Ci siamo sentiti al telefono al mattino ed è stato emozionante come sempre. Poi, come Suo volere, mi sono fatto trovare al PC alle 14 e alle 20, gli orari che mi ha assegnato ma
Lei non c'era. Non c'è stata per me nessuna frustrazione, però. Ho scoperto il piacere dell'attesa, il piacere di restare li nella speranza di vederla entrare da un momento all'altro. Un piacere sottile che ho trasportato anche nella vita reale. Mi sono immaginato in casa, dopo aver pulito accuratamente tutto e fatto in modo che ogni cosa fosse pronta secondo i Suoi desideri, ad attendere dietro la porta il Suo rientro. La
Padrona, uscita senza dirmi dove andava, perché non è certo a me che deve dare spiegazioni e io a casa ad attenderla. Che pensiero meraviglioso.
Amo l'attesa perché è quella che rende poi piacevole l'avverarsi dell'evento. Lo diceva anche Leopardi nel Sabato del Villaggio
Questo di sette è il più gradito giorno,
pien di speme e di gioia:
diman tristezza e noia
recheran l'ore, ed al travaglio usato
ciascuno in suo pensier farà ritorno.
Questo è il senso meraviglioso dell'attesa. Che non è noia ma occasione splendida per immaginare e sognare ciò che ci attende. E nulla per me è più piacevole che pensare alla
Padrona e aspettare con gioia il momento di sentirla.
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