lunedì 12 marzo 2012

Racconto: Capitolo VII

Mentre guidavo verso casa immaginavo la serata che mi aspettava. Pensavo che la Padrona fosse stanca e che dopo cena avrebbe voluto starsene tranquilla a guardare la TV stesa sul divano e mi vedevo già ai suoi piedi a godere delle sue meravigliose estremità che adoro. Accanto a me lei era euforica e sorridente e mi raccontava del pranzo e del pomeriggio trascorso. Ho drizzato le antenne quando ha cominciato a dirmi che a quel ricevimento c'era un uomo che le piaceva molto e mi ha poi gelato dicendomi che avevano deciso di vedersi la sera stessa a cena. Mi son sentito crollare il mondo addosso ma ho sorriso al suo entusiasmo e a quel viso bellissimo che esprimeva tutta l'eccitazione che stava provando
Così, arrivati a casa, ho dovuto aiutarla a prepararsi per la serata che la attendeva. Si è fatta una lunga doccia con me ad attenderla in ginocchio. Poi le ho asciugato i capelli mentre Lei continuava a parlarmi dell'uomo che avrebbe visto tra poco e di come sperava finisse la serata. Passati in camera ho dovuto aiutarla a scegliere l'intimo e i vestiti che avrebbe indossato e provvedere a calzarle le scarpe ovviamente dal tacco altissimo. Alla fine era una autentica Dea e io mi sentivo una vera nullità di fronte a quella maestosa visione.
Preparata così di tutto punto mi ha portato in cucina, ha preso un piatto e ci ha messo sopra delle cose, una mozzarella, un pezzo di pane avanzato del giorno prima, una mela e uno yogurth. "La tua cena" mi ha apostrofato "non osare toccare altro, sai che controllo. Quando hai finito stasera niente TV, ti metterai dietro la porta ad aspettarmi e a pensarmi, così sarà come se fossimo usciti assieme". E con le ultime parole è scoppiata in una risata cristallina.
Puntualissimo il suo nuovo amico ha suonato al citofono. Ho risposto io e in quel "Si Signore, la Signora scende subito" ho messo tutta la mia umiliazione di servo. Poi ho aiutato la Padrona ad indossare un giacchino leggero e mi sono inginocchiato a salutarla con un bacio alle sue scarpe. Quando la porta si è chiusa dietro di Lei che canticchiava felice mi sono sentito solo ma felice come mai prima.

(CONTINUA)

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