La Padrona si è fatta aiutare a vestirsi. E' un'emozione incontrollabile infilarle le calze, l'intimo, allacciarle il reggiseno, calzarle le decoltee appena lucidate con cura. Quando è pronta è una Dea e penso che non riuscirò mai più ad alzarmi in piedi,schiacciato dalla sua bellezza. Lei poi sceglie i miei abiti, come mi devo pettinare, quali scarpe usare; ha il dominio assoluto sulla mia vita e la gestisce secondo i suoi gusti e desideri. Io sono privato di qualsiasi scelta, devo chiedere il permesso per ogni minima mia necessità, perché non sono più io, ma appartengo alla Padrona.
Alle 10.30 usciamo e ci avviamo verso la casa di questi suoi parenti che abitano poco fuori la mia città, una mezz'oretta di strada durante la quale chiacchieriamo del più e del meno, mentre io trattengo a stento la gioia per essere coinvolto così nella sua vita e mi domando come mi presenterà e come mi tratterà davanti a quelle persone. Arrivati scendo per primo e corro ad aprirle la portiera, quindi faccio per chiudere la portiera e seguirla quando Lei mi blocca:"No, servo. Forse non ci siamo capiti. Ti ho detto che mi avresti accompagnata, ma non che saresti salito con me. Tu ora te ne torni in macchina e mi aspetti. Guai se mi disturbi al telefono. Non una parola. Zitto." Resto a bocca aperta e la guardo allontanarsi elegantissima sui suoi tacchi alti e mortificato torno in macchina. Sono un po' deluso, lo ammetto, ma poi devo accettare la cosa e farmene una ragione. Sono solo un servo e Lei mi tratta come vuole, non posso pretendere niente, non posso chiedere nulla. Devo solo obbedire. E mentre il tempo passa sono sempre più sereno e felice; capisco che il piacere sottile che sta provando nel sapermi chiuso in auto lo prova grazie a me, che questo mio sacrificio sta dando gioia alla persona che per me conta di più e non è nemmeno un sacrifico ma sono felice di essere trattato come ciò che desidero essere: un servo.
L'orologio indica quasi le 18 quando sento bussare al vetro, scendo e le apro la portiera, poi torno al posto di guida. Sono passate 7 ore e Lei, sorridente, mi chiede "Ti sei annoiato, servo?". Io la guardo nei suoi occhi luminosi e pieni di gioia, sorrido e rispondo "No, Padrona".
(CONTINUA)
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