Se tanto dolce è stata la sera precedente l'attesa della Padrona, altrettanto dolorosa è stata, la mattina successiva, ieri, la sua telefonata. La gioia nel vedere il suo nome comparire sullo schermo del cellulare si è presto trasformata in paura appena sentito il tono della sua voce. Con tono fermo e severo mi ha chiesto se la sera prima mi ero arrabbiato. Era capitato che, dopo aver aspettato sino oltre le 23 e immaginando che fosse in altre cose impegnata, mi fossi permesso di mandarle un SMS per domandare il permesso di lasciare la chat. Non ricevendo risposta e avendo mia figlia che reclamava la mia attenzione, le ho inviato un secondo messaggio per salutarla e augurarle, come ogni sera, la buona notte.
Le mie parole però non sono state chiare e la Padrona ha così avuto il dubbio che io potessi essermi innervosito per il fatto che Lei non era rientrata in chat e non mi aveva risposto. Il mio intento era assolutamente diverso, quello di non sbagliare e di comportarmi nel modo più corretto possibile. Sono perfettamente conscio del nostro rapporto e di quale bussola lo guidi, Lei è la Signora e Padrona, decide tutto e può fare tutto ciò che vuole senza mai rendere conto a nessuno, men che meno a me che sono il suo servo e devo accettare tutto senza mai, per alcun motivo, lamentarmi.
Di questo ho coscienza precisa e sono perfettamente convinto che in questi binari debba muovermi. L'ho scelto e voglio viverlo. Ma evidentemente non sono stato capace, l'altra sera, di esprimermi compiutamente e la Padrona ha avuto quindi dei dubbi che mi hanno trasmesso autentica paura.
Per fortuna Lei è molto comprensiva e ha capito e questo mi ha rasserenato. Nel pomeriggio poi, in chat, siamo tornati sull'argomento e le sue parole sono state esplicite:"Devi abituarti angelo, nel bene e nel male, non ti chiedo il permesso di arrabbiarmi e nemmeno la possibilità di mitigare i miei umori, tu devi sopportare."
Io devo sopportare perché sono il suo schiavo chiamato solo ad obbedire in silenzio. Ma credo la Padrona mi ha perdonato:"Si, non potevi fare altro che ciò che hai fatto. DEVI SEMPRE E ASSOLUTAMENTE CHIEDERE NEL DUBBIO, ma quando hai la possibilità di farlo. Ieri sera non potevi, non ti avrei risposto, hai provato, io non c'ero più. Va bene così."
La sera la scena si è ripetuta. Io l'ho attesa ma la Padrona era occupata e così intorno alle 23 ho chiesto il permesso di andare a riposare. Ma sono certo che stavolta Lei sa che il suo servo è sereno e felice di appartenerle.
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