sabato 31 marzo 2012

Per Lei: Sensazioni

Ieri è stata una giornata impalpabile nei rapporti con la mia Padrona. Praticamente non ci siamo sentiti. Al mattino ero al lavoro e quindi non potevo essere presente all'appuntamento delle 14, per cui ho dovuto limitarmi al mio solito e consueto SMS di Buona Giornata che Le invio ogni giorno appena sveglio. La sera invece Lei mi ha telefonato intorno alle 19.30 per avvisarmi che non poteva essere in chat perché sarebbe uscita.
Il primo pensiero va ovviamente alla Sua gentilezza. Il solo pensiero che mi abbia messo al corrente dei suoi impegni mi gratifica moltissimo. In effetti la Padrona non deve certo informare me dei Suoi impegni. Avrebbe potuto tranquillamente uscire senza dirmi una parola e io avrei atteso connesso come mio dovere perché questo è il mio compito ed il mio ruolo. Invece con questo gesto mi ha dato importanza, ha dimostrato la considerazione che ha per me. Sono solo il suo servo ma Lei tiene a me, me lo ha detto tante volte e lo dimostra con queste attenzioni che non so nemmeno se merito e mi riempiono il cuore di gioia.
Quanto a me mi rendo conto di stare entrando in una dimensione un po' diversa., per questo ho voluto titolare "Sensazioni" questa pagina di diario. Prima i momenti di contatto erano quelli focali, intorno ai quali ruotava la mia giornata. Le sue parole, il poterla vedere o sentire erano queste le cose per le quali vivevo. In un certo senso attraverso quei momenti avvertivo che il nostro rapporto prendeva forma, era un modo per intenderci e per delineare il legame. In fondo, appena conosciuti su quel sito di incontri, avevo persino paura ad esprimere il mio vero essere, temevo che Lei cercasse qualcosa di diverso, non volevo scoprire completamente la mia natura.
Oggi invece le cose sono cambiate. Io mi sento veramente, profondamente, servo della Padrona. Avverto una naturalezza, una normalità in questo che mi fa stare bene. E la mia giornata scorre non più scandita dai momenti di contatto, ma guidata da quelle emozioni che sono cresciute dentro di me.
Mi sveglio al mattino e il primo pensiero è per Lei, durante la giornata mi piace immaginarla, pensare a cosa sta facendo, decidere le cose che devo dirle o raccontarle. La stessa attesa non è più l'ansia di un momento meraviglioso ma si è trasformata in un tempo vivo, un tempo bellissimo perché in quei minuti vivo compiutamente il mio essere schiavo.
Sto bene, sono sereno e tutto questo per merito suo.
"Grazie Padrona".

giovedì 29 marzo 2012

Per Lei: L'errore

Non avrei dovuto sbagliare. la Padrona sinora ha fissato davvero poche regole comportamentali per me e non era assolutamente il caso che scivolassi sulla più semplice e banale. Lei è stata chiara, alle 14 e alle 20 devo essere al PC, connesso in chat ad attenderla, sempre. E io ho imparato a calibrare la mia vita su questa convenzione. Mangio presto la sera proprio per essere lì, al mio posto, in attesa e poter godere delle Sue parole.  
Ieri invece sono stato uno stupido. Rientrato a casa verso le 18, piuttosto stanco anche per aver dormito poco la notte prima, mi sono messo nel letto convinto di schiacciare un breve pisolino, invece mi sono addormentato profondamente.
La Padrona è stata comprensiva è ha atteso le 20.50 per mandarmi un SMS chiedendomi:"Posso sapere che succede stasera?" Io non ho nemmeno sentito arrivare il messaggio e quando mi sono svegliato erano le 21.10. Affranto sono corso a collegarmi su Skype dove, giustamente, la Padrona mi attendeva spazientita e nervosa. Mortificato non ho nemmeno cercato giustificazioni e ho solo ammesso la mia stupidità. Lei è stata chiarissima:"angelo non dovrà succedere mai più, ed e' quasi finito il tempo in cui ti avverto."
Parole inequivocabili di fronte alle quali mi sono sentito un idiota, un ingrato. La punizione è stata il suo sprezzante saluto con cui ha chiuso la comunicazione privandomi dei dolcissimi attimi con Lei, ma castigo ancor peggiore è ciò che sento dentro. La grande frustrazione per averla delusa, lo sconforto di aver sbagliato, di essere venuto meno ai miei doveri di servo e di averlo fatto su una regola tanto banale.
Ecco allora che vorrei usare questa pagina per qualcosa che non ho mai fatto in passato, per parlare direttamente alla mia Padrona che so legge il mio povero diario:
"Mia Padrona, mia Signora. Mi sono comportato male e la tristezza e l'umiliazione che sento per aver fallito le sento dentro come un peso. Qui, pubblicamente, Le chiedo servilmente scusa e la imploro di perdonarmi. Non accadrà più, mai più, lo prometto. Il turbamento che mi ha portato il sentire il suo disappunto è una lezione che non dimenticherò e mi aiuterà a non ripetere sbagli simili e a deluderla. Le voglio bene Padrona."

mercoledì 28 marzo 2012

Per Lei: Il sogno infranto

Alla fine non è venuta. Ho sperato tutto il giorno, ho pregato. ma quando sono uscito dal lavoro e l'ho contattata mi ha detto che non sarebbe venuta. Il dispiacere è grande ma la chat che abbiamo avuto in serata mi ha ricompensato oltre ogni speranza.
Le ho detto di come ho pulito casa, lavando gli accappatoi pensando volesse farsi una doccia e facendo spese immaginando di poter cucinare per Lei. le ho raccontato di come l'ho pensata in questi giorni, di come ho sognato il nostro incontro, di come ho pianificato ogni dettaglio e questo l'ha fatta stare bene. Mi domandavo, le ho detto, se fosse vegetariana, quali odore amasse e le ho fatto capire come davvero Lei sia il centro assoluto ed unico dei miei pensieri.
E così ho imparato una cosa sulla mia Padrona, che Lei è davvero vegetariana. Non so se l'ha colpita questo pensiero ma mi ha ricompensato con frasi splendide:"Io ti ho detto una volta che ti amo, ora te lo ridico: sei importante, sei così come sei esattamente quello che voglio senza artifici di nessun genere, sei puro, io ti amo x questo."
Non posso vederla ma credo che parole simili possano ricompensarmi meglio di qualsiasi altro dono. Che delizia infinita ascoltarle.

"Per essere servi  bisogna essere intelligenti, sarebbe squallido io non ti vorrei,  non sono una persona qualunque, mi complico la vita ma devo stare bene nell'essenziale, piuttosto rinuncio. Con te sto bene, sto bene anche quando mi arrabbio, quando sei triste, quando mi aspetti." Non potevo desiderare di più dal ritorno della Padrona. E Lei ha voluto aggiungere a queste meraviglie la Sua promessa:"Con il tempo mi conoscerai e comunque appena posso verrò a Torino per stare con te due giorni."
Questa volta non è venuta ma attenderla e sperare è stato bellissimo e ascoltare le Sue parole stasera una vera e autentica gioia. Grazie mia Divina, Sublime , Adorata Padrona.

Per Lei. Silenzio

Ieri è stata una giornata strana, per la prima volta da quando l'ho conosciuta non ho avuto nessun contato con Lei. Né una telefonata, né un SMS né la chat. Lo sapevo perché la Padrona mi aveva avvisato che finché non fosse rientrata non si sarebbe connessa. Eppure, nonostante sapessi ciò che mi aspettava, sono state 24 ore strane, mi sentivo in una sorta di limbo, sospeso. Il parlare con Lei non era solo un'abitudine ma un appuntamento quotidiano che riservava sempre sorprese, spunti importanti per capire il nostro rapporto, stimoli nuovi nella nostra conoscenza.
E' tutto rinviato, di poche ore, ma che strana sensazione è questo silenzio.
C'era una bellissima canzone che parlava del suono del silenzio, questa, beh questo silenzio che mi avvolge ha davvero un suono, mi parla e mi dice quanto per me è importante la Padrona. Non vedo l'ora che ritorni, non vedo l'ora di tornare a parlarle, ma soprattutto, alla fine di questo silenzio, saprò se Lei verrà o meno.
Io amo la mia Padrona, è bello dirlo, è bello sentirlo, è bello viverlo.
Soprattutto è bello scriverlo qui, urlarlo... sapendo che questa voce attraverserà il silenzio di questo giorno e arriverà comunque a Lei: Padrona io la amo

martedì 27 marzo 2012

Per Lei: Solo

Da ieri sono solo. La Padrona è in viaggio per lavoro e non potrà essere presente in chat.
Ma prima di partire mi ha fatto il dono di una una telefonata che mi ha fatto molto piacere. Ha voluto sapere come stavo, dopo che il giorno precedente mi aveva sentito così abbattuto per il dialogo che ho pubblicato.
Io sto bene ora e gliel'ho detto. Capisco i suoi dubbi, mi rendo conto delle difficoltà, ma sono motivato e realmente determinato a fare il percorso che mi attende. Su una cosa però Lei ha ragione. Sono parole. E tali resteranno sinché non potrò dimostrare il contrario, fino a quando non potrò farle sentire realmente la mia vera e totale e sottomissione.
Quando avverrà? Non lo so. Mi piacerebbe già questa settimana. La Padrona ha detto che forse sarà nella mia città giovedì o venerdì ma io non posso fare altro che sperare. Tutto è nelle sue mani. A Lei spetta ogni decisione e io devo solo accettare supinamente le sue scelte.
Posso solo sognare e immaginare cosa voglia dire trovarmi al Suo cospetto. Anche oggi ho guardato a lungo la sua fotografia... è davvero bellissima, splendida e mi sento in imbarazzo all'idea di presentarmi al suo cospetto. Mi da forza il pensiero che io non sono un suo amico o amante, ma solo il suo servo. Un oggetto tra le sue mani. E in fondo se si compra un elettrodomestico non si guarda alla sua estetica ma alla sua funzionalità
A questa spero guardi quando ci incontreremo e mi auguro questo avvenga molto presto

lunedì 26 marzo 2012

Per lei: Dolore!

La chat di ieri sera con la mia Signora Padrona mi ha gelato il sangue e addolorato. E' accaduto che negli ultimi giorni sono stato preso da alcuni problemi RL legati alla mia famiglia e questo mi ha impedito di essere sempre pronto al suo servizio. Il dialogo con il quale Lei mi ha parlato di questa mia mancanza credo meriti di essere riportato per intero:

"Mi sto rendendo conto che in questo periodo hai problemi che non ti lasciano molto tempo angelo"
"In questi giorni Padrona, ho avuto i figli con me. Da domani sarò di nuovo solo. Ma la prego di credermi che anche quando sono impegnato resto sempre focalizzato su di Lei"
"Si angelo io ti credo  e capisco l importanza delle tue scelte"
"Grazie Padrona, vede che cerco di avvisarla di ogni mio movimento e di tenerla informata su tutto"
"Ma vorrei tu considerassi bene tutto. Voglio dire, anzi voglio chiederti... sei certo di poter decidere della tua persona? di poter decidere che sei libero di darti?"
"Padrona, io sto cercando di rifarmi una vita; certo un legame col passato lo avrò sempre, non potrò mai cancellare i miei figli dalla mia vita, men che meno in questo periodo. Ma ciò che desidero è appartenere a Lei e vivere come Suo servo, perché questa è la mia natura. Poi so che non posso decidere, perché è Lei a decidere, sempre e su tutto."
"Fermati e ascolta. Io non discuto la tua indole e sai bene quanto è importante per me averti incontrato, ma non basta. Nessuno al mondo può dare ciò che non gli appartiene e se lo facesse non sarebbe per sempre, sai bene, il tuo passato e la tua famiglia esistono, sono importanti e non discuto questo nel modo più assoluto, ma oggi pensando a te credo di aver realizzato che difficilmente potrai mai estrapolare del tempo per te. La tua appartenenza a qualcun altro che nn sia la tua famiglia è comunque momentanea, in realtà tu puoi fantasticare con la mente, ma solo con la mente. Ora angelo questo e' un mio pensiero, non sto assolutamente prendendo decisioni. Rispondi ora."
"Non mi aspettavo queste cose Padrona, sto piangendo, mi scusi... non capisco cosa voglia dire, sono confuso. Io voglio dedicarmi a Lei Padrona, totalmente. Certo avrò sempre bisogno di uno spazio per i miei figli, speravo questo fosse accettabile..."
"Quindi se io decidessi di passare un periodo con te ovunque, tu non avresti scelta, lo sai questo si?"
"Si Padrona lo so"
"Lo sai e sai che dovrai farlo, si? Sai che non esiste cosa la mondo che tu possa rifiutare?"
"Si Padrona lo so, certo...se Lei mi dovesse dire di partire domani non potrei...a parte la famiglia sono condizionato dal lavoro, ma io non voglio rifiutare nulla... desidero provare la più assoluta sottomissione"
"ANGELO, FORSE NN PARLO O NN SCRIVO BENE L ITALIANO?"
"No Padrona, è chiarissima... sono molto scosso e le chiedo scusa"
"QUINDI IO TI HO APPENA DETTO APPARTENENZA UGUALE A TOTALE NON VOLONTA. CI SIAMO ANGELO?"
"Si Padrona"
"OK. SE IO TI CHIEDESSI DI PARTIRE DOMANI TU DOVRESTI FARLO, IO NON TE LO CHIEDO PERCHE' CONSIDERO LA TUA FAMIGLIA E IL TUO LAVORO MA TU NON PUOI PERMETTERTI DI DIRMI CHE IN OGNI CASO NON POTRESTI E' CHIARO QUESTO O NO????"
"Padrona... io ho la massima fiducia in Lei e so che non m ki chiederebbe mai cose impossibili. Quindi si è chiarissimo Padrona."
"TU NON PUOI DIRE DI ESSERE UN SERVO SENZA NESSUN TIPO DI ASPIRAZIONE CHE QUELLO DI ACCONDISCENDERE LA PADRONA"
"Certo Padrona, è l'unico mio desiderio. Io consegno la mia vita nelle Sue mani con fiducia e lo faccio perché sono certo che Lei non mi farà mai fare qualcosa che sia dannoso per me. E' sbagliato questo mio pensiero Padrona? La prego me lo dica"
"SEPPOI SPERI CHE IO NON TI CHIEDA CIO' CHE NON PUOI FARE VA BENE NON E' SBAGLIATO IL TUO PENSIERO. SEI IN DIFFICOLTA' MA NON INTENDO NON CONTINUARE, SICURAMENTE QUALCOSA CAMBIERA'"

A questo punto il tono di voce della Padrona e le sue parole mi hanno messo in crisi e ho avuto un momento di debolezza per il quale Lei mi ha subito richiamato, usando sempre la voce alta perchè mi restassero impresse le sue parole:"TU SAPRAI TUTTO QUELLO CHE RITERRO' OPPORTUNO FARTI SAPERE CON IL TEMPO TI ABITUERAI. SEI IL MIO SERVO NON UNA DONNOLINA CHE SI LASCIA ANDARE A CRISI DEPRESSIVE OGNI VOLTA CHE SENTE COSE CHE NON VORREBBE SENTIRE" e con questo mi ha augurato la Buonanotte.
E' stata per me una vera sofferenza, sono stato travolto dalla paura di perderla ed emotivamente sono stati momenti molto brutti. Io credo però fermamente che sin quando non potrò manifestarle nella realtà la mia sottomissione assoluta sarà per me sempre difficile dimostrare compiutamente ciò che provo.
Non vedo l'ora di vederla, di incontrarla, di inginocchiarmi davanti a Lei e farle sentire tutta la mia appartenenza.

domenica 25 marzo 2012

Per Lei: Paura della sua ira

Se tanto dolce è stata la sera precedente l'attesa della Padrona, altrettanto dolorosa è stata, la mattina successiva, ieri, la sua telefonata. La gioia nel vedere il suo nome comparire sullo schermo del cellulare si è presto trasformata in paura appena sentito il tono della sua voce. Con tono fermo e severo mi ha chiesto se la sera prima mi ero arrabbiato. Era capitato che, dopo aver aspettato sino oltre le 23 e immaginando che fosse in altre cose impegnata, mi fossi permesso di mandarle un SMS per domandare il permesso di lasciare la chat. Non ricevendo risposta e avendo mia figlia che reclamava la mia attenzione, le ho inviato un secondo messaggio per salutarla e augurarle, come ogni sera, la buona notte.
Le mie parole però non sono state chiare e la Padrona ha così avuto il dubbio che io potessi essermi innervosito per il fatto che Lei non era rientrata in chat e non mi aveva risposto. Il mio intento era assolutamente diverso, quello di non sbagliare e di comportarmi nel modo più corretto possibile. Sono perfettamente conscio del nostro rapporto e di quale bussola lo guidi, Lei è la Signora e Padrona, decide tutto e può fare tutto ciò che vuole senza mai rendere conto a nessuno, men che meno a me che sono il suo servo e devo accettare tutto senza mai, per alcun motivo, lamentarmi.
Di questo ho coscienza precisa e sono perfettamente convinto che in questi binari debba muovermi. L'ho scelto e voglio viverlo. Ma evidentemente non sono stato capace, l'altra sera, di esprimermi compiutamente e la Padrona ha avuto quindi dei dubbi che mi hanno trasmesso autentica paura.
Per fortuna Lei è molto comprensiva e ha capito e questo mi ha rasserenato. Nel pomeriggio poi, in chat, siamo tornati sull'argomento e le sue parole sono state esplicite:"Devi abituarti angelo, nel bene e nel male, non ti chiedo il permesso di arrabbiarmi e nemmeno la possibilità di mitigare i miei umori, tu devi sopportare."
Io devo sopportare perché sono il suo schiavo chiamato solo ad obbedire in silenzio. Ma credo la Padrona mi ha perdonato:"Si, non potevi fare altro che ciò che hai fatto. DEVI SEMPRE E ASSOLUTAMENTE CHIEDERE NEL DUBBIO, ma quando hai la possibilità di farlo. Ieri sera non potevi, non ti avrei risposto,  hai provato, io non c'ero più. Va bene così."
La sera la scena si è ripetuta. Io l'ho attesa ma la Padrona era occupata e così intorno alle 23 ho chiesto il permesso di andare a riposare. Ma sono certo che stavolta Lei sa che il suo servo è sereno e felice di appartenerle.

sabato 24 marzo 2012

Per Lei: Vita futura

La Padrona in questo periodo è in apprensione per il suo lavoro. Questa crisi sta mettendo in difficoltà tante persone e aziende e anche Lei ne risente. Ieri sera me ne ha parlato concludendo con una frase che mi ha spaventato e, sul momento, intristito:"Prima o poi me ne andrò dall'Italia, l'ho sempre voluto, in paesi caldi, Maldive per esempio, lavorare li' è più semplice così come le esigenze di vita sono inferiori."
L'ho vista lontana e gliel'ho confessata. Già questa distanza che oggi ci separa mi sembra insopportabile, cosa avrebbe voluto dire saperla dall'altra parte del mondo?
Ma quello che è successo dopo, ciò che mi ha detto, mi ha aperto il cuore, figurandomi un cambio di vita che mai avevo considerato e nemmeno immaginato:"Stai sbagliando angelo, tu sarai con me, io non prevedo periodi di vita senza di te dal momento in cui sara' possibile rendere concreta la nostra conoscenza."
Vivere interamente per Lei, servirla continuamente, in un rapporto 24/7 di assoluta, totale sottomissione e obbedienza. A quel pensiero mi ha assalito un moto di commozione ampliato dalla sua successiva affermazione:"Certo ognuno di noi ha la sua vita precedente ma tu mi appartieni ed io terrò conto delle tue appartenenze passate ma sarai con me."
Sorrido. Quell'aereo che mi terrorizza e su cui non salirei mai non mi sembra più così mostruoso...
Poi la Padrona è andata a cena con un semplice:"Non andartene".
Sono rimasto lì, al mio posto, ma non solo per il mio desiderio ma perché amo attenderla, è un modo di vivere e sentire il rapporto che mi lega a Lei. E' un gesto piccolo, insignificante rispetto a tutto quello che spero di fare per dimostrarle il mio assoluto asservimento, ma mi fa stare bene. Mi sento accanto a Lei, mi sembra di respirare la sua stessa aria e riconosco di appartenerle, completamente.
Grazie Padrona per il dono di quell'attesa.

venerdì 23 marzo 2012

Per Lei: Vederla

La giornata di ieri è stata caratterizzata da due momenti tanto intensi quanto importanti. Il primo è stato una telefonata in cui la Padrona mi ha parlato dei suoi programmi per la prossima settimana. Per lavoro dovrà spostarsi per l'Italia e, se riuscirà ad organizzare la cosa, giovedì e venerdì sarà nella mia città. Al sentire quelle parole ho temuto di svenire dalla gioia. Il momento che attendo sopra ogni altra cosa forse sta per avverarsi. Oggi ho cercato di non pensarci, tanto non potrei fare nulla per far si che il sogno si avveri, ma la mia mente è corsa li tutto il giorno, ad immaginare quell'attimo che desidero da un mese e che mi sono rappresentato in mille modi di versi: vedere la Padrona, finalmente!
Non so se questo incanto si realizzerà o resterà ancora un'illusione ma, ieri sera, ho potuto comunque vederla. Eravamo in chat quando mi ha detto che stava buttando alcune foto dal suo PC ma ne ha trovata una che voleva spedirmi. Tremavo letteralmente nell'attendere quella mail e quando ne ho aperto l'allegato il cuore mi si è riempito di gioia. Era Lei, in tutto il suo splendore e io mi sono perso, in estasi, di fronte a quell'immagine.
La Padrona è bellissima, non sono mai riuscito a descriverla e non credo di avere le parole giuste per far capire cosa provo quando la vedo. Ha un viso che esprime il suo carattere forte, autoritario, la sua sicurezza e che mi fa sentire soggiogato, incapace persino di sostenere i suoi occhi anche quando mi guarda dal monitor. Poi un corpo aggraziato, armonioso che non mi stancherei mai di ammirare adorante. E i suoi piedi, il miraggio che domina il mio cervello, pulsa nella mia testa, il posto dove vorrei trascorrere il resto della mia vita.
Lei è andata a farsi la doccia e io non staccato gli occhi dallo schermo, in una overdose di appagamento, euforia, desiderio, piacere. Io amo la mia Padrona, la amo. E queste sensazioni sono esaltate dalle sue parole successive:"Io voglio, non so quando, passare qualche giorno con te... sei rilassante per la mia mente e la sensazione che ho sempre avuto di non essermi sbagliata si rinforza con il tempo che passa, nonostante le difficolta' e la lontananza... sei mio!"
Lo voglio anch'io Padrona, lo desidero sopra ogni altra cosa e quando quel giorno arriverà spero di non svenire davanti alla sua bellezza.

Racconto: Capitolo X

Mi faccio trovare fuori dalla porta del bagno, in ginocchio, a testa bassa, cercando di farle capire quanto sono contrito per l'errore che ho fatto. Lei mi passa accanto senza degnarmi di un'attenzione, va in camera e la sento vestirsi. Non so se possa esistere per uno schiavo una punizione peggiore del silenzio della propria Padrona. Quell'essere ignorato mi devasta più di qualsiasi parola, mi lascia in un limbo di paura e incertezza che si trasforma in autentico dolore fisico. La voglia di piangere è tanta e cresce di attimo in attimo, alimentata dalla sua totale mancanza di considerazione. Passano minuti lunghi come ore mentre io non riesco a staccare lo sguardo dal pavimento e mi sento stupido lì, in mezzo al corridoio, incapace anche solo di pensare nello stato di confusione in cui mi trovo.
Poi la sua voce arriva improvvisa e secca:"Angelo, qui". Il cuore mi salta in gola per l'emozione e mi avvicino a Lei a 4 zampe. Sento i suoi occhi addosso, mentre i miei restano a fissarle i piedi e mi sento tremare come una foglia. "Non amo punire, te l'ho già detto" continua autoritaria e decisa "ma il mio compito è quello di guidarti e addestrarti. E questa volta ritengo che un castigo sia necessario." Annuisco come un automa, prostrato, più che dalla paura, dalla vergogna e dal dispiacere di averla delusa. "Scopri le spalle e inginocchiati accanto al letto, non voglio sentire un lamento", le sue parole sono dure e non oso far altro che obbedire. Mentre mi tolgo veloce la maglia e mi sistemo come mi ha ordinato la vedo sfilare la sottile cintura dalla gonna che ha indossato. Ne avvolge il lato con la fibbia intorno alla mano e io stringo i denti domandandomi con sgomento quanto forte sarà il dolore che sentirò. Abbasso il viso sul letto coprendolo con le mani. Trascorrono secondi interminabili poi un primo colpo secco e bruciante mi attraversa come una scossa la schiena, un gemito mi sfugge mentre mi mordo le labbra per non urlare. Appena il tempo di metabolizzare la fitta e una seconda frustata si sovrappone alla precedente facendomi uscire una lacrima, poi un'altra e un'altra... Quando la rabbia della Padrona si placa scivolo piano a terra, avvicino il viso ai suoi piedi e li bacio con sincera gratitudine. "Grazie per l'insegnamento che mi ha donato" sussurro. Non posso vederla ma sono certo che sta sorridendo. Ora è contenta del suo servo.

giovedì 22 marzo 2012

Per Lei: In prestito

Ancora una volta ieri ho dovuto raccontare alla Padrona delle mie preoccupazioni familiari, che ruotano intorno ad un figlio molto problematico che riesce a darci ogni giorno pensieri sempre più grossi e diversi. Parlarne con Lei mi è di molto aiuto, Lei sa ascoltarmi, consigliarmi e rasserenarmi e bastano un po' delle sue considerazioni, sempre puntuali e appropriate, per farmi stare subito meglio. Ma ieri sera ha voluto dirmi qualcosa in più. Ha colto la mia difficoltà e il mio imbarazzo per questi momenti in cui non riesco ad essere presente e concentrato sulla mia Padrona e mi ha rassicurato con una frase splendida:"Stai vivendo un periodo particolare, ti lascio riposare, non so di cosa tu abbia piu' bisogno ora... tu sei mio angelo, sei piu' mio di qualsiasi persona al mondo,  non appartieni a nessun altro come appartieni a me, nemmeno ai tuoi figli. Quello che sto scrivendo e' una certezza,  non dubitare angelo, io ti stimo e ti amo." A quelle due ultime parole la commozione che già stavo provando si è sciolta in un pianto rilassato. Sentivo le lacrime scendermi lungo le guance ed ero felice. Sentirsi dire "ti amo" dalla propria Padrona è un'esperienza meravigliosa, un punto di arrivo che so di non meritare ancora perché tutto devo ancora dimostrare e che voglio prendere come un gesto di fiducia su di me e sul nostro rapporto.

Ma se queste parole sono state importanti per il legame che esiste tra noi è stato subito prima di uscire dalla chat che mi è arrivata una frase con la quale la Padrona, dopo avermi fatto capire il bene che mi vuole, ha di nuovo precisato i contorni del nostro rapporto, definendoli con scrupolo perché, magari da quelle parole affettuose, non cadessi in errore e dimenticassi cosa sono io, un servo, e chi è Lei, la Padrona. E lo ha fatto con una finezza ed un'eleganza che ogni volta mi colpiscono:"Ti sto prestando alla tua famiglia, hanno bisogno di te ora." Un modo di grandissima classe per evidenziare e sottolineare come io sia un oggetto nelle sue mani, che Lei può prestare ma che resta comunque di sua proprietà. Un'immagine magnifica. Sono fiero ed orgoglioso di avere una Padrona. così.

mercoledì 21 marzo 2012

Per Lei: Il dono

Ho cercato una definizione per un SMS della Padrona di ieri sera, ma non ne ho trovata nessuna.
Forse solo una parola può descrivere quel messaggio apparso sul mio cellulare: un dono!
Io ero rientrato a casa tardi, verso le 22, perché schiacciato dagli impegni di una vita troppo pesante e sempre più opprimente. Così l'ho messaggiata per dirle che ero rientrato e scusarmi dei miei impegni che sottraevano tempo a Lei.
Le parole che mi ha scritto, in risposta alle mie, non vorrei scriverle qui, in uno sciocco blog, ma scavarle nella roccia, scalpellarle nel marmo perché possano restare per sempre visibili. Non posso farlo, non sono Michelangelo, ma quelle parole hanno inciso la mia mente e questa mattina, ancora una volta coinvolto da una situazione ingestibile della mia vita attuale, a quelle parole mi sono aggrappato e ripensando a quelle parole ho pianto:"Non sentirti abbandonato, sei la vita che voglio, la mia!"
Cosa posso dire di fronte ad u messaggio simile? Dentro c'era tutto. Quel "Non sentirti abbandonato" per me così importante perché mai mi sono sentito solo e sperduto come nell'ultimo anno. ma ora non lo sono più. Ora c'è Lei nella mia vita, nei miei pensieri e nella mia mente. E' vero non mi sento più abbandonato. La Padrona è accanto a me ed è la mia forza, la mia guida, l'approdo sicuro delle mie paure.
E poi quel "Sei la vita che voglio, la mia". Ho pianto perché penso che nessuna parola possa testimoniare meglio di queste l'amore di una Padrona per il suo schiavo. Io rappresento la vita che Lei vuole, una vita di libertà assoluta, di dominio, di scelte sempre e comunque sue. ma, ed è questo che mi gonfia il petto di gioia, una vita che ha, anche per Lei, un approdo sicuro: il suo servo. Quello che non si lamenta mai, quello sempre pronto e disponibile, che non la contraddice mai. Quello che la adora sopra ogni cosa e che ha dedicato a Lei la sua esistenza.
Niente skype, niente contatti, niente chat... ma è davvero importante quando si ricevono parole così?

martedì 20 marzo 2012

Per Lei: Aspettare

Capita.
Per quanto un servo cerchi di nascondere le cose, di affossare i problemi, viene sempre il momento in cui bisogna fare i conti con la realtà.
A me oggi tocca questo, con incertezze e preoccupazioni che occupando militarmente il mio animo rendendo difficile donare alla Padrona il tempo che merita. Così ieri sera non ho potuto essere al mio appuntamento con la Padrona, ma ci sono arrivato con grande ritardo dopo che mio figlio (ometto gli eventi) aveva pesato così tanto sulla vita mia e della ma ex-moglie.
Per un genitore sapere di avere qualcuno con cui parlare è importante e la mia Padrona si è proposta, col suon grande cuore, in queste vesti. E' meraviglioso sapere che posso parlare con Lei dei miei problemi..
Poi siamo andati a parlare della sua cena dell'altra sera:"L'ho interrotta, intuivo un clima non piacevole, non per me, ed ho voluto rientrare. SE UNA SITUAZIONE MI INFASTIDISCE MI CI TIRO FUORI". Ha chiuso proprio così, urlando. Tutto il suo carattere è emerso in questa situazione, in questo frangente in cui Lei ha messo, ancora un volta, in evidenza il suo essere.
Poi, in fila a queste frasi, ecco il suo spettacolare uso della carota e del bastone:"Avrei voluto rientrando a casa trovare te per rilassarmi... l'idea di trovarti ad aspettare mi distende." Che spettacolo...la piena unità di intenti...il comune desiderio di vivere un rapporto Padrona/servo.  
Frasi come questa:"Sei un sostegno angelo....nel bene e nel male... sento la tua presenza costante, e mi aiuta" cosa possono rappresentare per uno schiavo,se non la presenza vera e tangibile della propria Padrona? Io le ho viste quelle frasi, le ho viste comporsi sul mio schermo e solo il grazie sincero per quelle parole può far capire il mio stato d'animo.
Io la adoro Padrona, sono qui e vivo per Lei.

Per Lei: Dipendenza

Ieri, domenica, altre 24 ore senza contatti diretti con la Padrona con la quale ci siamo sentiti solo via sms. Purtroppo, nonostante questo, l'ho fatta anche inquietare. E' accaduto questo: avevo scioccamente ed inopportunamente lasciato aperto Skype. Quando Lei si è connessa ha quindi creduto che fossi online e mi ha cercato. Giustamente non trovandomi si è arrabbiata, come dimostra ciò che mi ha lasciato scritto in chat:"angelo ti ho visto per caso, devi dirmi quando ti colleghi, devi avvertirmi che ci sei e devi farlo bene... Vedo comunque che sei altrove... NON DEVE SUCCEDERE  E NON VOGLIO PIU' DIRLO." La frase urlata è come se fosse veramente rimbombata dentro la mia testa. L'ho sentita distintamente alzare la voce nel rimproverarmi, per chiarire in modo inequivocabile ciò che vuole e pretende da me.
Io devo stare attento, non cadere in questi errori, cercare di essere perfetto come Lei vuole che io sia.
Il premio finale è il Suo completo controllo sulla mia vita. Controllo che oggi è limitato dalla distanza che ci separa ma che io alimento col mio desiderio e col mio bisogno di dipendere dalla mia Padrona. L'altra sera, ad esempio, ho ricevuto un'uscita con dei colleghi. La prima cosa che ho fatto è stata prendere tempo per poter chiedere a Lei se mi concedeva il permesso. Poi è stata una bella serata, ma lo sarebbe stata anche se mi avesse detto di no e fossi dovuto rimanere in casa, da solo. In ambedue i casi la grandissima gioia di dipendere, di sapere che le scelte non sono mie ma appartengono alla Padrona. E' bello fare qualcosa, qualsiasi cosa, solo sapendo che lo faccio perché ho il suo permesso, perché obbedisco ad un suo ordine, ad una suo capriccio ed io dipendo da questi ordini e capricci. Sono finalmente un servo e questa meravigliosa certezza prende sempre più corpo, giorno per giorno, dentro di me.

domenica 18 marzo 2012

Racconto: Capitolo IX

Il mattino dopo è domenica ma io mi sveglio comunque presto. Devo prepararmi e fare in modo che il bagno sia perfetto per la Padrona, lavare a mano il suo intimo del giorno prima, controllare che tutto sia impeccabile ed in ordine per il suo risveglio.
Sono le 10 quando, come il giorno precedente, con la colazione su un vassoio, entro in camera per svegliarla. Mi sento felice, sereno, certo di essere all'altezza delle sue aspettative. Così resto un po' titubante quando la vedo iniziare a mangiare silenziosa. Mi aspettavo qualche commento gioioso sulla sua serata precedente invece è stranamente seria, quasi persa nei suoi pensieri. Non la disturbo e resto immobile in ginocchio ai piedi del letto sinché è Lei a scuotermi:
"Cosa sei tu?"
"Il Vostro servo, Padrona"
"E un servo cosa deve fare?" 
"Prendersi cura della propria Padrona"
"Avvicinati"
Mi accosto a Lei intimorito, non riesco a capire quelle sue parole e tutta la mia sicurezza lascia il posto allo smarrimento di chi non capisce cosa stia accadendo. Quando le sono accanto incrocio i suoi occhi e colgo uno sguardo carico di disapprovazione mista a delusione che esalta il mio disagio e la mia paura. Mi scruta per un po' poi, improvviso e bruciante, un ceffone mi gira la faccia, poi un altro e un altro e un altro ancora. Non reagisco mentre sento le guance bruciare e gli occhi si riempiono di lacrime più per l'apprensione per ciò che sta succedendo che per il dolore che mi fa avvampare il viso.
"Se ti prendi cura di me cosa sono quelle?" e mi indica un punto alle mie spalle. Mi volto e vedo le sue scarpe, quelle che aveva usato la sera prima e con amore avevo sfilato al suo ritorno. Mi aveva detto di riporle e pulirle prima di andare a letto, ma io, scioccamente, perso nella beatitudine di massaggiarle i piedi me ne ero scordato. Mi sento uno schifo. La mia tranquillità festante scompare e mi rendo conto di averla delusa. Eppure quante volte Lei mi ha detto che devo essere perfetto? Quante volte si è raccomandata sull'attenzione ai particolari? Mi vergogno. Parlo parlo e poi scivolo in errori banali che vanificano tutto il mio impegno.
Perché sono così stupido?
Mortificato porto via il vassoio della colazione che intanto Lei ha terminato e le scarpe che pulisco con cura e ripongo come avrei dovuto fare ore prima. La sento in bagno, non ha chiesto di me. Attendo la giusta punizione mentre una lacrima mi scivola lungo il viso.

Per lei: Tre parole magiche

Per la prima volta trascorro 24 ore senza nessun contatto con la mia Signora e Padrona. Dopo pranzo ero al lavoro e alla sera Lei era fuori a cena con un amico di cui mi parlava il giorno precedente.
Per me è bellissimo pensarla mentre si prepara per uscire con un uomo, l'ho immaginata mentre si truccava e sceglieva gli abiti più adatti. Dentro di me non c'era nessuna forma di gelosia. Questo è il mio sogno. Saperla felice con le sue amicizie, i suoi amori, le sue storie e io che sono il punto fermo, il servo che la attende, la aiuta, la ascolta, la conforta, la adora.
Non ho retto e gliel'ho scritto in un SMS. Le ho scritto che avrei voluto essere lì ad aiutarla a prepararsi, partecipe della sua gioia per la serata che l'attendeva. Questo è il tipo di rapporto che intendo con una Donna, non chiedo nulla se non di esserle vicino, uno schiavo docile e mansueto che gode della felicità della sua Padrona.
E Lei mi ha premiato. Nel modo più inatteso e più bello. Un messaggio in cui mi donava tre semplicissime parole che però mi hanno commosso:"Ti voglio bene".  
Cosa può desiderare di più un servo che l'affetto della propria Padrona? Quando ho letto quel messaggio mi si sono gonfiati gli occhi, avevo voglia di piangere perché nessuna frase al mondo avrebbe potuto darmi più beatitudine ed euforia.
Non è stato un "Ti voglio bene" d'amore, perché non è questo il rapporto che ci lega. E' stato il suo volermi bene  per ciò che sono, il suo modo di farmi sentire essenziale nella sua vita, il dirmi che sebbene io sia solo un servo sono importante per Lei. No so dire cosa amo di più di questa Donna meravigliosa ma certo una delle cose che più mi colpisce e affascina è la sua capacità di scegliere i momenti e le parole. Lei parla poco, eppure ogni frase è un macigno, ogni asserzione una rasoiata che incide la mia mente facendomi sentire sempre più suo.

sabato 17 marzo 2012

Per Lei: Sereno

C'è un momento davvero unico della mia vita in questi giorni. ed è quando sono con la Padrona. Sto bene, mi sento sereno, mi sembra che tutti i problemi si dissolvano. A volte Lei è impegnata in altre conversazioni ma io non chiedo niente, me ne resto li, magari diversi minuti, ad aspettare le sue parole. E lo faccio con piacere, contento. Ieri sera, ad esempio, Lei stava conversando con sua figlia e quindi aveva poco tempo per me, ma è stata una delle più belle chat da quando ci conosciamo.Le ho detto della mia giornata, abbiamo chiacchierato dei suoi studi, di viaggi e della mia paura di volare. E mi ha raccontato anche di un suo slave precedente con cui il rapporto si è interrotto perché si era innamorato di Lei. Io credo che innamorarsi della Padrona sia normale, anzi quasi un atto dovuto, ma in modi diversi da quello che è l'amore tradizionale. E' adorazione, devozione, desiderio di vederla felice senza pretendere nulla in cambio. Questo, secondo me, è amore di schiavo e io così sento di amare la mia Padrona.
Proprio su questo argomento Lei ha usato frasi chiare e assolutamente esplicite:"Io non devo spiegazioni a nessuno e nessuno, ne tanto meno uno slave, può' limitarmi, nel modo più assoluto... tu sai comunque che io ho completo e assoluto dominio sulla tua persona, non esistono i no per quanto ti riguardi e neppure i non so."
Parole di vera Dominatrice, di Donna che sa gestire la vita altrui. culminate con un una bellissima descrizione di come io mi sentirò:"Non è una garanzia che d'ora in poi nessun errore sara' commesso, ma sicuramente no avrai più responsabilità di sorta... ed inoltre io voglio il tuo benessere, perché comunque sara' anche il mio."
Questa dipendenza, questo mio abbandonarmi per seguire le sue scelte sono quello che cerco e desidero.
Io la amo Padrona.

venerdì 16 marzo 2012

Per Lei: Impotente

Ieri sera. in chat, abbiamo toccato un argomento per me sempre molto doloroso quanto importante. Io, a causa di una serie di interventi, sono minidotato ed impotente e per nulla interessato al sesso tradizionale. Per me la Padrona non è un'amante con cui giocare, ma un essere superiore da servire e adorare senza alcun coinvolgimento erotico. capisco però che questo modo di vedere le cose possa sembrare strano, vista l'importanza che comunque il sesso ha in una relazione di coppia. Così quando, un po' a sorpresa, Lei mi ha chiesto:"Voglio sapere della tua impotenza, mi hai già' spiegato forse di un'operazione ma rispiega, se io ti chiedo la stessa spiegazione 100 volte, tu x 100 volte devi rispiegare", ero quasi timoroso nel descrivere precisamente le mie condizioni. Siamo scesi in dettagli tecnici sulle cause e sulla storia che mi ha portato a questo e quando ho chiuso ribadendo la mia assoluta impossibilità ad avere un'erezione, le Sue parole sono state le più belle che avrei mai potuto sentire:"Per me non e' importante angelo, se avessi voluto questo lo avresti saputo subito ed io e te non saremmo qui. E comunque ti dicevo che questa tua  limitazione farà di te uno schiavo perfetto, il tuo amore partira' dalla mente e non sara' mai viziato da necessita' fisiche che potrebbero traviarlo."
Già in passato avevamo toccato questo argomento ma mai così approfonditamente e con tanta chiarezza. Ciò mi ha fatto sentire assolutamente sereno. Mi piace considerarmi un eunuco, una sorta di Taita del "Dio del fiume" di Wilbur Smith, incapace di amare ma devoto all'obbedienza cieca e totale verso la Padrona.
Il nostro rapporto sta crescendo e anche le frasi seguenti mi hanno confortato:"Voglio fidarmi totalmente di te, io sento che potrà' succedere, devi impegnarti ad intuire te l'ho detto in passato, l'intuito non ha prezzo, difficile nascondere qualcosa ad uno schiavo che intuisce. Posso impedirti di parlare, di guardare, di pensare ma non di intuire."
Mi piace la costruzione di questo rapporto fuori dagli schemi. Lei che può soddisfare i desideri di piacere con altri uomini, senza mai dover rendere conto a nessuno e io dedito solo al suo benessere senza dover affrontare i fastidi, perché per me tali sono, del sesso. E in questo senso bellissima è stata la sua affermazione:"Sei l'unico mio schiavo...non modificare nulla di te senza aver chiesto prima, sta a me decidere di tutto!"
Per la prima volta sento i miei sogni corrisposti, sento che la Padrona ed io possiamo essere complementari ed addormentarmi con questo pensiero è stato per me bellissimo.

mercoledì 14 marzo 2012

Per Lei: La legge

Questa sera, anzi questa notte visto che è l'1.30 mentre scrivo, voglio dare particolare risalto alle parole che la Padrona mi ha dato. L'impressione che avevo avuto ieri, ovvero che il suo atteggiamento stesse cambiando e diventando meno soft è stata confermata nei due contatti che abbiamo avuto durante la giornata.
Dopo pranzo mi ha telefonato per avvisarmi che non si sarebbe connessa. Anche il tono ora è più rigido, duro e quando mi ha parlato ho sentito netta quella trepidazione che deriva dal sentirla così superiore:"Non stai parlando con un tuo amico... Stasera ci sei? Anzi stasera ci sei!...Tu fai quello che ti dico di fare... Non anteporre le motivazioni al tuo non fare qualcosa!" Quando ho posato la cornetta ho sentito subito che le cose stanno cambiando, che il nostro rapporto sta maturando, il piano si sta inclinando e io devo lasciarmi andare per rotolare sino ai suoi piedi ed essere il servo che Lei vuole e merita.
Poi la sera, in chat, la sensazione è stata confortata da poche frasi. Frasi importanti, cui voglio dare un particolare risalto. Mi piace vederle come una sorta di tavole della legge di cui mi ha fatto dono. La strada da seguire per  appartenerle, per non deluderla, per diventare quel servo che ambisco essere.


Quello che non ti permetto te lo dico a chiare lettere 
e credo tu l'abbia capito come sono
non ci devono essere fraintendimenti
se le cose non sono chiare devi chiedere
non ti permetto di non capire, di non intuire
ogni cosa della tua vita sta al secondo posto, 
rispetto i tuoi figli il resto non conta nulla
credi mi sia espressa bene angelo?
Tu sei mio
e non è uno stupido modo di dire
mio assolutamente 
dalla più lontana parte di dove inizi
all'ultima dove finisci.
Ed io ti do un consiglio
intuiscimi e non mi perderai
Le tue risposte devono sempre essere positive
anche se potrebbero contrariarti,
con il tempo sarai felice di rendermi felice.
Fai in modo che ogni parola sia acquisita per sempre
così io non potrò più rinunciare a te.


Mi sono riproposto di impararle a memoria perché ne sento la rilevanza e la potenza. Sono una sorta di riepilogo di quanto detto in questo primi giorni, ma anche una traccia nitida della strada che devo seguire. Credo oggi si sia chiuso un capitolo, essenziale perché si sono definiti i ruoli: Lei è la Padrona e io le appartengo. E se queste parole sono il chiaro sunto di ciò che Lei vuole, in un'umile asserzione ho cercato di condensare il senso di ciò che per me è questo rapporto."Io sto vivendo esattamente quello che sognavo, da sempre. Prendere la mia vita e consegnarla ad una Donna perché la gestisca. desidero essere uno schiavo, lo desidero nel profondo di me stesso, per me non è un gioco questo ma l'avverarsi del mio desiderio. Quello che mi ha portato a stravolgere la mia vita, proprio per inseguirlo."
Ora questo deve passare ad un livello superiore, sotto la mano ferma e la gestione della Signora Padrona e io non ne vedo l'ora. Ho bisogno di Lei e del suo dominio, un bisogno che si fa ogni giorno più fisico. Una necessità che mi impaurisce ed eccita allo stesso tempo, ma che da veramente un significato nuovo alla mia esistenza.

Racconto: Capitolo VIII

Alle 20.30 avevo già finito di consumare la mia frugale cena e rassettato il cucinino. Così, sbrigato ancora qualche piccolo lavoretto, mi sono preparato alla mia serata con la Padrona. Mi sono accovacciato dietro la porta e ho iniziato a pensarla. L'ho immaginata al ristorante col suo nuovo amico, intenta a ridere e scherzare e un velo di tristezza mi è salito agli occhi ma l'ho subito ricacciato indietro: io ero con Lei, c'ero, ero lì e volevo sentirmi lì, ai suoi piedi. Quando ho guardato l'ora pensavo fosse mezzanotte invece non erano nemmeno le 22. Il tempo pareva quasi bloccato, cristallizzato in quel mio gesto di totale sudditanza e di dono del mio essere alla Donna che adoravo.
Non sono stati momenti facili. In certi attimi mi sentivo sciocco, in altri ero in preda all'euforia per la dimostrazione di amore che stavo dando alla mia proprietaria. Poi ancora un breve sconforto, seguito alla gioia del pensiero del suo ritorno a casa. Le ore sono trascorse lentissime e ho più volte rischiato di cadere addormentato così, per terra, dietro la porta, come un cane fedele in attesa del suo padrone.
Erano quasi le 2 del mattino quando mi ha scosso il rumore dell'ascensore e poi il girare delle chiavi nella toppa. Volevo piangere dalla gioia, ce l'avevo fatta. Lei è entrata spargendo intorno a se allegria e io mi sono gettato ai suoi piedi baciandoli con una foga e una venerazione mai provata prima. Un gesto che voleva dire "Grazie Padrona, è stato bellissimo". E quasi a leggermi, come sempre, nel pensiero Lei mi ha chiesto ridendo "Allora cucciolo ti è piaciuta la serata?". E avevo quasi le lacrime agli occhi mentre le rispondevo: "Si, è stato bellissimo passarla con Lei."
Poi si è fatta aiutare a lavarsi e a prepararsi per la notte e mi ha chiesto un lungo massaggio ai piedi, stanchi per le tante ore trascorse sui tacchi. E mentre umile e silenzioso adoravo quelle estremità che sono il centro della mia esistenza, la Padrona mi metteva a parte della sua contentezza e soddisfazione. La sua gioia era la mia, il sentirla così felice mi ha fatto sentire ugualmente felice e quando la luce si è spenta e con un ultimo bacio devoto sono tornato alla mia stanzetta ho capito che non potevo desiderare di più dalla vita.

Per Lei: Attimi difficili

La vita di uno schiavo non è facile, si va incontro a frustrazioni, a momenti di sconforto che non dovrebbero trovare spazio ma che, in certe situazioni, sono inevitabili ed è fondamentale per un servo convinto saperli controllare e gestire.
Quando ho aperto questo blog l’ho fatto essenzialmente per due motivi. Uno perché desideravo che la Padrona sapesse tutto di me e qui fosse un posto dove esprimere compiutamente le mie sensazioni e i miei sentimenti. Due per riuscire in queste pagine ad analizzare le percezioni, i dubbi, i turbamenti che in questo cammino sapevo sarebbe stato inevitabile mi assalissero.
Ieri è stato, in questo senso, un giorno pesante. Sono stato indeciso sino all’ultimo se postare gli impulsi che mi hanno assalito, ma, come ho detto, sono convinto di non dover nascondere nulla alla  Padrona  anche se l’aver provato certe cose è sicuramente un errore sulla base di quanto ci siamo detti in questi giorni. E inoltre sento la necessità di fare chiarezza, per primo dentro di me, sulle suggestioni che mi hanno assalito.
Il fatto, credo, è che la Padrona come mi aveva preannunciato da tempo, ha forse abbandonato l’atteggiamento soft per iniziare a premere un po’ sull’acceleratore del mio addestramento. Così ieri dopo pranzo ha iniziato a dirmi:"...sai angelo che meetic è piena di slave…ti dico, ma non prenderla come una dichiarazione rassicurante, devi continuare a crescere, che non sono interessata alle collezioni... io voglio una sola persona, ma perfetta…non cerco e non considero altro… per ora ti sto dando la possibilità di essere perfetto, perfetto per me... non credo sia necessario informarti del fatto che ci sono slaves che cercano padrone,  è intuibile."
Non sono geloso, né di altri uomini né di altri schiavi, ho piena coscienza di chi sono e di quale sia la mia posizione e quelle parole sono state quindi per me uno stimolo, una motivazione aggiuntiva a fare sempre bene.
Poi alla sera qualcosa si è incrinato. Un niente, un nulla che mi ha trasmesso un lievissimo malessere. E’ capitato che, come sempre, prima delle 20 mi sono connesso. Lei però non c’era e così, dovendo prepararmi per il turno di notte, intorno alle 21 le ho inviato un sms per chiederle se potevo sloggare. Proprio in quel momento la Padrona è entrata in chat e, appena letto il mio messaggio, mi ha scritto."... bene vai a prepararti...notte". Ho sentito un soffio gelido, una freddezza che mi ha scosso. Confermato un attimo dopo quando, al mio chiedere come stava si è limitata ad un distaccato:"bene...vai pure angelo... notte".
Lo so, queste sensazioni sono sciocche. Per due ragioni. Primo perché mai devo dubitare, e questo è stato il leit-motiv di questi primi giorni di addestramento. Secondo perché nulla mi è dovuto. Qualunque cosa decida la Padrona, parlarmi o meno, entrare o non entrare, non avevo e non ho motivo né diritto di farmi turbare dalle sue parole e dai suoi comportamenti.
Eppure ho sentito una scossa e gliel’ho riferito. Le ho detto che mi spiaceva andare al lavoro. E Lei mi ha ricompensato con un "anche a me ti abbraccio" che ha sciolto tutto il gelo che sentivo. Sono stato subito meglio e mi è sfuggito di dire:"ne avevo bisogno". A quel punto la Padrona ha dimostrato tutta la Sua grandezza dicendomi la cosa che più di ogni altra poteva rincuorarmi, due parole semplicissime:”Lo so”.
Quattro lettere che testimoniano tutta la capacità che ha di leggermi dentro, mi sono sentito protetto, sicuro e sono sloggato sereno.
Forse ho inconsciamente (e stupidamente) collegato il distacco che avevo sentito con le cose dettemi dopo pranzo. Se è così è stato un errore, ne ho presa piena coscienza dopo quella frase elementare che in un momento mi ha tranquillizzato e, nelle lunghe ore del turno notturno ho metabolizzato quanto avvenuto. Io sono Suo, le appartengo. Questo significa una gioia infinita ma anche la consapevolezza che il cammino è duro, lastricato di questi attimi e che non devo cedere allo scoramento ma, anzi essere felice se la Padrona mi mette alla prova e aumenta la pressione. Piccoli scalini che mi avvicinano al sogno.

martedì 13 marzo 2012

Per Lei: La pressione aumenta

Nel nostro solito contatto del dopo pranzo la Padrona ha iniziato a farmi sentire il fiato sul collo e a delineare i confini del rapporto. E' bastato un ritardo di pochi secondi da parte mia nel rispondere al Suo saluto e il richiamo è stato inflessibile e intransigente: "Anche questo attendere è asolutamente sgradevole, se sei qui devi rispondere immediatamente; non so che succede ma fai in modo che sia cosi". Al mio tentativo di spiegare quanto era accaduto è stata ancor più glaciale e rigorosa:"... non è un mio problema chiaro?"
Ero avvisato. Più volte mi ha detto che per ora è soft ma che le cose sarebbero cambiate e questo è un primo segnale.
Così come un altro segnale è che non è contenta dei miei turni di notte perché:"Idealmente ti voglio a disposizione in qualsiasi momento della notte!". Questa è la Padrona. E io devo essere concentrato e pronto per soddisfarla, sempre e comunque.
La sera invece è trascorsa più lieve. Abbiamo chiacchierato. Lei mi ha confessato che avrebbe avuto piacere di un massaggio e io non ho mai odiato tanto la distanza che ci separa. Mi ha anche un po' intristito per un dolorino intercostale che le da fastidio. Io le ho raccontato di essere un socio del Mensa e scherzato sul fatto che ha uno slave intelligente. A questo Lei ha aggiunto che sono anche:"sensibile, generoso, affidabile".
Bello sentire che la propria Padrona pensa questo del proprio schiavo. Sono sempre più preso, coinvolto e felice.

lunedì 12 marzo 2012

Racconto: Capitolo VII

Mentre guidavo verso casa immaginavo la serata che mi aspettava. Pensavo che la Padrona fosse stanca e che dopo cena avrebbe voluto starsene tranquilla a guardare la TV stesa sul divano e mi vedevo già ai suoi piedi a godere delle sue meravigliose estremità che adoro. Accanto a me lei era euforica e sorridente e mi raccontava del pranzo e del pomeriggio trascorso. Ho drizzato le antenne quando ha cominciato a dirmi che a quel ricevimento c'era un uomo che le piaceva molto e mi ha poi gelato dicendomi che avevano deciso di vedersi la sera stessa a cena. Mi son sentito crollare il mondo addosso ma ho sorriso al suo entusiasmo e a quel viso bellissimo che esprimeva tutta l'eccitazione che stava provando
Così, arrivati a casa, ho dovuto aiutarla a prepararsi per la serata che la attendeva. Si è fatta una lunga doccia con me ad attenderla in ginocchio. Poi le ho asciugato i capelli mentre Lei continuava a parlarmi dell'uomo che avrebbe visto tra poco e di come sperava finisse la serata. Passati in camera ho dovuto aiutarla a scegliere l'intimo e i vestiti che avrebbe indossato e provvedere a calzarle le scarpe ovviamente dal tacco altissimo. Alla fine era una autentica Dea e io mi sentivo una vera nullità di fronte a quella maestosa visione.
Preparata così di tutto punto mi ha portato in cucina, ha preso un piatto e ci ha messo sopra delle cose, una mozzarella, un pezzo di pane avanzato del giorno prima, una mela e uno yogurth. "La tua cena" mi ha apostrofato "non osare toccare altro, sai che controllo. Quando hai finito stasera niente TV, ti metterai dietro la porta ad aspettarmi e a pensarmi, così sarà come se fossimo usciti assieme". E con le ultime parole è scoppiata in una risata cristallina.
Puntualissimo il suo nuovo amico ha suonato al citofono. Ho risposto io e in quel "Si Signore, la Signora scende subito" ho messo tutta la mia umiliazione di servo. Poi ho aiutato la Padrona ad indossare un giacchino leggero e mi sono inginocchiato a salutarla con un bacio alle sue scarpe. Quando la porta si è chiusa dietro di Lei che canticchiava felice mi sono sentito solo ma felice come mai prima.

(CONTINUA)

Per Lei: La paura

La Padrona ha postato 2 nuove foto nel suo profilo, una del suo viso bellissimo e una del piede calzato in tacchi alti. Che gioia infinita. Gioia che è venuta dopo la paura per le parole con cui Lei ha iniziato la nostra chat pomeridiana:"Voglio ricordarti una cosa e non devi perderla di vista. Non metto in dubbio ciò che dici sino a prova contraria, ma nel momento in cui dovessi scoprire qualcosa che non è come io mi aspetto immagina le conseguenze. Tu non sei autorizzato a fare nulla che io non voglia, nel dubbio devi chiedere. Io non uso la frusta idealmente ma non voglio che perdi di vista il tuo ruolo, mai, nemmeno per un istante. Mi conosco, se scoprissi qualcosa che non va non ti darei alcuna possibilità... sto solo prevenendo...volevo solo ricordartelo non potrai dirmi un domani che non te l'avevo detto".
E' stato un momento tremendo, avevo temuto di aver fatto qualcosa di sbagliato, mi sembrava di sentire la Padrona arrabbiata e non capivo cosa stava accadendo. Invece voleva solo ribadire con estrema chiarezza il concetto. E' giusto, ci conosciamo da pochissimo tempo e riuscire a guadagnare la sua completa fiducia non sarà facile. Importante è che io continui con la più assoluta sincerità. Per me è facile visto che il mio pensiero è totalmente concentrato su di Lei, ma capisco i suoi dubbi. Impegno, impegno, impegno questa la ricetta per arrivare a meritarla.
Dopo un po' mi sono sentito fare due domande e la Padrona è entrata più a fondo nel nostro rapporto. "Cosa vorresti da me? Parlo di sentimento." mi ha chiesto. Io ho spiegato come non riesco, e non posso, sentire il mio ruolo come quello di un amante e che l'unico desiderio sarebbe quello di diventare importante come compagno/servo. Poi la seconda domanda che mi ha colpito dritta al cuore:"Quanto ti dispiacerebbe se avessi interessi maschili?". Qui ho confessato che non proverei dispiacere, perché sono minidotato ed impotente ed è giusto che una Donna bellissima come lei cerchi la soddisfazione sessuale che merita. Ma che questo mi faceva paura per il timore che potesse distoglierla dal nostro rapporto, che potesse volere un compagno diverso. Dopo aver espresso questa inquietudine la Padrona mi ha rassicurato con parole meravigliose "Il rapporto con te non ha nulla a che vedere col resto del mondo sarà unico e indissolubile se saprai essere all'altezza della situazione, tu non hai nulla da temere, il resto può cambiare ma mia figlia e te resterete sempre allo stesso posto. Io ti voglio così assolutamente mio".
La sera, quando sono tornato su questo argomento Lei si è però un po' spazientita: "Devi dirmi tutto..devi smettere di piangere e soprattutto decido io tutto quello che rigurda me e ancor più ciò che riguarda te. Il tuo ruolo è ben definito, non continuare a metterti in discussione per paure e traballamenti del cazzo... mi trovo a ripeterti le stesse cose.. non voglio farlo ogni volta. Sei il mio servo e te ne accorgerai con il tempo...non sarò sempre così soft ti ho già detto anche questo."
Mi è spiaciuto averla innervosita ma avevo bisogno di chiarire questo punto e la Padrona me ne ha poi data l'opportunità anche telefonicamente. Le mie indecisioni nascevano in realtà dal sito in cui ci siamo conosciuti, che è un punto di incontri per uomini e donne che cercano l'amore della propria vita e non una chat Femdom o BDSM. Esitavo quindi ad esprimere compiutamente i miei desideri e i sogni ma da ieri sera tutto è stato superato. Sono davvero ciò che ho sempre desiderato essere, un servo e uno schiavo.

domenica 11 marzo 2012

Racconto: Capitolo VI

La Padrona si è fatta aiutare a vestirsi. E' un'emozione incontrollabile infilarle le calze, l'intimo, allacciarle il reggiseno, calzarle le decoltee appena lucidate con cura. Quando è pronta è una Dea e penso che non riuscirò mai più ad alzarmi in piedi,schiacciato dalla sua bellezza. Lei poi sceglie i miei abiti, come mi devo pettinare, quali scarpe usare; ha il dominio assoluto sulla mia vita e la gestisce secondo i suoi gusti e desideri. Io sono privato di qualsiasi scelta, devo chiedere il permesso per ogni minima mia necessità, perché non sono più io, ma appartengo alla Padrona.
Alle 10.30 usciamo e ci avviamo verso la casa di questi suoi parenti che abitano poco fuori la mia città, una mezz'oretta di strada durante la quale chiacchieriamo del più e del meno, mentre io trattengo a stento la gioia per essere coinvolto così nella sua vita e mi domando come mi presenterà e come mi tratterà davanti a quelle persone. Arrivati scendo per primo e corro ad aprirle la portiera, quindi faccio per chiudere la portiera e seguirla quando Lei mi blocca:"No, servo. Forse non ci siamo capiti. Ti ho detto che mi avresti accompagnata, ma non che saresti salito con me. Tu ora te ne torni in macchina e mi aspetti. Guai se mi disturbi al telefono. Non una parola. Zitto." Resto a bocca aperta e la guardo allontanarsi elegantissima sui suoi tacchi alti e mortificato torno in macchina. Sono un po' deluso, lo ammetto, ma poi devo accettare la cosa e farmene una ragione. Sono solo un servo e Lei mi tratta come vuole, non posso pretendere niente, non posso chiedere nulla. Devo solo obbedire. E mentre il tempo passa sono sempre più sereno e felice; capisco che il piacere sottile che sta provando nel sapermi chiuso in auto lo prova grazie a me, che questo mio sacrificio sta dando gioia alla persona che per me conta di più e non è nemmeno un sacrifico ma sono felice di essere trattato come ciò che desidero essere: un servo.
L'orologio indica quasi le 18 quando sento bussare al vetro, scendo e le apro la portiera, poi torno al posto di guida. Sono passate 7 ore e Lei, sorridente, mi chiede "Ti sei annoiato, servo?". Io la guardo nei suoi occhi luminosi e pieni di gioia, sorrido e rispondo "No, Padrona".

(CONTINUA)

Per Lei: Momenti meravigliosi

Dopo una giornata quasi senza contatti con la mia amata Padrona, ieri invece un sabato meraviglioso, scandito da tanti momenti che meritano di essere appuntati.
Al mattino mi allieta una sua telefonata mentre ero intento a fare pulizie. Lei, sorridendo, mi confessa che non ama farle e che dovrò andare io a pulirle casa. Mi è salito il cuore in gola dalla gioia, che sogno essere servo in casa sua.
Dopo pranzo abbiamo chattato un po. Dal suo PC non riusciva a connettersi con il sito di una compagnia aerea e quindi ho cercato io per Lei le  informazioni su un volo di cui aveva bisogno. E' bello sentirmi utile alla Padrona, anche se solo per una cosa minima così e Lei mi ha ricambiato con una frase che mi ha commosso:"Ti voglio bene". Ecco, quando ci si sente dire questo dalla Padrona si tocca davvero il cielo con un dito.
Poi alla sera il momento più atteso, con la videochat. Pensavo di trovarla online, come sempre, verso le 20 e, non vedendola, ho ipotizzato che avesse avuto un impegno. Così alle 21 le ho inviato un SMS chiedendo il permesso di sconnettermi. Il suo "No" è stato fermo e deciso e infatti pochi minuti dopo è arrivata la sua chiamata su Skype. Subito mi ha sgridato per lo sciocco pensiero che avevo avuto:"Ti ho già detto e non lo voglio più ripetere che in quel caso ti avrei avvertito." E' vero mi aveva già chiarito che qualora non fosse online mi avrebbe comunque sempre informato e mi sono sentito stupido nel doverle far ribadire la cosa, così mi sono scusato.
Per quasi mezz'ora ho potuto ammirare il suo meraviglioso viso e mi sono sentito in paradiso. "Non ci vediamo spesso e devo anzi voglio memorizzarti...pensando a te voglio immaginare il tuo viso...Mi piacerebbe stare con te stasera... succederà. Il mio servo con i capelli lunghi e lo sguardo dolce... Sei rassicurante, hai sempre risposte misurate, questo fa di te una persona affidabile per quel poco che ti conosco, ma in questi casi vado a sensazioni... si in effetti voglio conoscerti, voglio capire quanto non mi sono sbagliata." Queste alcune delle meravigliose frasi che mi ha donato. Io ero in trance perché non riesco a cacciare la sensazione di sentirmi inadeguato. Mi sento brutto, so di esserlo, e una nullità di fronte a Lei così bella e questo continua a spaventarmi. Ma la Padrona ha saputo ancora una volta rassicurarmi:"Tu sei il mio servo, non sei piccolo ne' una nullità, sei importante, per me indispensabile." Mi stava scappando da piangere e le ho confessato questo mio difetto di avere la lacrima facile. Le sue parole sono state splendide "Lo immaginavo, lo avevo capito, ma probabilmente dipende dalla tua insicurezza. Qualsiasi ruolo un uomo abbia nella vita, la certezza di essere ciò che vuole essere è una forza e con il tempo, con la tua identità ritrovata, il tuo difetto non sarà più un difetto." Mi è piaciuto tantissimo quel suo parlare di identità ritrovata, è vero oggi so chi sono, un servo, e sono felice di essere il Suo servo. E Lei questo lo ha capito:"Certo che sai chi sei forse lo hai sempre saputo, ma per completarsi non basta essere soli. Io non voglio che tu continui ad annullarti con apprezzamenti di poco valore, se alcune cose non andranno lo farò io nel momento e nel modo che riterrò opportuno, tu non puoi nemmeno decidere di sottovalutarti, non dimenticarlo." Con queste parole e la profonda suggestione che mi hanno regalato si è chiusa la giornata più bella da quando ho conosciuto la Padrona.

sabato 10 marzo 2012

Racconto: Capitolo V

La mia sveglia è suonata presto, sebbene sia sabato. La Padrona vuole essere svegliata alle 9, ma io mi devo alzare molto prima in modo da lavarmi e poi riordinare il bagno in modo che sia perfetto quando dovrà usarlo Lei. Così dopo una breve doccia pulisco con cura tutti i sanitari, metto degli asciugamani puliti e faccio sparire in un cassetto tutte le mie cose.
Poi, facendo attenzione a non fare il minimo rumore, scopo con cura i pavimenti e spolvero. La Padrona ci tiene che la casa sia sempre pulita ed in ordine. Infine quando ormai mancano pochi minuti all'orario indicatomi, provvedo alla colazione. Non so ancora bene i Suoi gusti, per cui su un vassoio preparo del latte, un caffè caldo e un bicchiere di succo d'arance appena spremute, delle fette biscottate con marmellata, una ciotola di corn-flakes e qualche biscotto.
Sono puntualissimo quando silenziosamente apro la porta della camera e poggio il vassoio sul comò. Mi inginocchio accanto al letto, scopro lentamente i piedi ed inizio a baciarli per svegliarla nel modo più dolce possibile. Dopo poco Lei inizia a muoversi e a stiracchiarsi. la saluto con un "Ben svegliata Padrona" e, dopo aver sollevato di poco la tapparella, le servo la colazione a letto. Lei che si è messa seduta, appoggiata ai cuscini, inizia a mangiare e intanto mi da le indicazioni per la giornata. Alle 11 dovremo uscire e la accompagnerò a casa di parenti che intende visitare.
Mi sembra sia soddisfatta quando posa il vassoio e mette le gambe giù dal letto. Io sono pronto ad infilarle le pantofoline e a seguirla sino alla porta del bagno. Ma questa volta non ha bisogno dei miei servigi. La vedo entrare e chiudere la porta alle sue spalle. Approfitto del tempo in cui Lei fa la doccia e si prepara per rifare il letto, spolverare con cura la camera e lavare i resti della colazione.
Finito tutto resto in attesa. Non posso vestirmi perché tocca alla Padrona scegliere quali abiti dovrò indossare. Ormai a me non è rimasta nessuna libertà, ogni decisione, anche la più piccola sulla mia vita, spetta a Lei. La mia esistenza le appartiene, e io sono felice.

(CONTINUA)

Per Lei: L'attesa

Ieri per la prima volta non ho avuto chat con la Padrona. Ci siamo sentiti al telefono al mattino ed è stato emozionante come sempre. Poi, come Suo volere, mi sono fatto trovare al PC alle 14 e alle 20, gli orari che mi ha assegnato ma Lei non c'era. Non c'è stata per me nessuna frustrazione, però. Ho scoperto il piacere dell'attesa, il piacere di restare li nella speranza di vederla entrare da un momento all'altro. Un piacere sottile che ho trasportato anche nella vita reale. Mi sono immaginato in casa, dopo aver pulito accuratamente tutto e fatto in modo che ogni cosa fosse pronta secondo i Suoi desideri, ad attendere dietro la porta il Suo rientro. La Padrona, uscita senza dirmi dove andava, perché non è certo a me che deve dare spiegazioni e io a casa ad attenderla. Che pensiero meraviglioso.
Amo l'attesa perché è quella che rende poi piacevole l'avverarsi dell'evento. Lo diceva anche Leopardi nel Sabato del Villaggio

Questo di sette è il più gradito giorno,
pien di speme e di gioia:
diman tristezza e noia
recheran l'ore, ed al travaglio usato
ciascuno in suo pensier farà ritorno. 



Questo è il senso meraviglioso dell'attesa. Che non è noia ma occasione splendida per immaginare e sognare ciò che ci attende. E nulla per me è più piacevole che pensare alla Padrona e aspettare con gioia il momento di sentirla.

giovedì 8 marzo 2012

Per Lei: Un giorno importante

Scrivo questo post in piena notte. Non riesco a pensare, completamente in balia delle parole odierne della Padrona e così sento di doverle riportare qui, per fissarle e renderle indelebili nella mia mente.
La prima frase che mi ha colpito al cervello nella sua naturalezza è stata: "Non devi mai dirmi no... cancella i no dal tuo vocabolario". E questo è un impegno che mi prendo, di porre la massima attenzione a non usare mai più quella parola. Lei ordina e io eseguo, sempre, senza mai protestare o pensare di potermi opporre al Suo desiderio.
Poi un'altra frase chiarificatrice su ciò che sono e cosa è il nostro rapporto: "sei mio...per me il possesso è il fine di ogni progetto...devi imparare a rispondere ad ogni domanda prima che io la formuli,,, perlomeno fai in modo che io non abbia nulla da scoprire." Che meraviglioso concetto. Tutto ruota intorno al possesso. Lei mi possiede e io sono posseduto... tutto così semplice e bellissimo.
E ancora, proprio su questo argomento del possesso, un altro momento indimenticabile, quando, con umiltà le ho detto:"Per Lei il fine è il possesso, per me è essere posseduto, qui dentro è limitante ma spero che tutto possa spostarsi e Lei prendere veramente possesso della mia vita." A queste mie parole la Sua lezione è stata, come sempre, chiara e coincisa:"sarà così, io voglio questo e questo succede".
Anche il saluto, nel darmi appuntamento alla sera è stato un momento che mi ha fatto palpitare:"Io ti devo vedere stasera, quando non vorrò farlo te lo dirò. Fino ad allora dallo per scontato... Possono capitare imprevisti fai  in modo che succeda sempre quello che io mi aspetto che succeda".
E proprio la sera il momento più magico, quando la Padrona mi ha chiesto di me e di un argomento per me sempre difficile da affrontare:il sesso. Ha voluto sapere come vedo il sesso io, minidotato ed impotente, che da anni non fa sesso tradizionale. Avevo paura a rispondere ma sono stato sincero e le ho detto come per me sia fondamentale solo il piacere della Donna, che il mio piacere non conta nulla e di come per me fare sesso sia adorare, venerare in ogni modo il corpo della Donna. Temevo, come sempre, di sentirla delusa, di essermi mostrato inadatto. Invece il suo commento mi ha aperto il cuore:"Adoro l'adorazione assoluta; è essa stessa orgasmo per me."
E sono queste le parole che, più di altre non mi fanno dormire. Adorarla, adorare quella Donna meravigliosa di cui sto consumando la foto, pensare solo e sempre al Suo piacere ed essere felice nel riuscire a darle piacere. Questa è la mia vita.
La amo Padrona

Per Lei: Il futuro

Al telefono ieri la Padrona mi ha detto cose che mi hanno riempito di gioia: "tu mi vai bene...ho scelto te".
Forse per questo che nel pomeriggio non riuscivo più a staccarmi da Lei. Continuavo a guardare la sua foto e passavo dal PC al letto non riuscendo a far altro che immaginare o sognare il futuro con una Donna simile, così perfettamente in sintonia con la Donna che ho sempre cercato.
Poi ha aggiunto anche altre parole che tendono a rappresentare ciò che il nostro rapporto dovrà diventare: "per ora sono soft per cui ti lascio ancora dei margini di scelta, ma l'obbiettivo è quello di decidere tutto della tua vita... ci sono delle cose da cambiare e lo faremo." Decidere tutto della mia vita! A questo pensavo quando lessi per la prima volta il suo profilo in quel sito di incontri. Questo cercavo, una compagna che prendesse in mano la mia esistenza e la guidasse, la dirigesse con fermezza, togliendomi gradatamente ogni possibilità di scelta. Tutto vagliato, controllato e deciso da Lei. Da cosa mangiare a come vestirmi, da come tenere i capelli a quali hobby avere a quali cose leggere o guardare in TV. Tutto sotto il controllo assoluto della Padrona.
E ieri la Padrona, con le sue parole mi ha fatto sognare questa vita e sentirla finalmente realizzabile.
Intanto ha preso la prima decisione. Ho cancellato il mio annuncio sul profilo e cancellato il rinnovo automatico sul sito di incontri. Dal 15 marzo non potrò più accedere al sito e i nostri contatti avverranno tramite skype e telefono. Un primo, piccolo passo verso la sottomissione assoluta che tanto desidero.